
Dipinto di Noël Hallé
San Francesco di Sales, vescovo di Ginevra, durante un viaggio quaresimale, si recò in una chiesa annessa al convento dei frati cappuccini. Arrivò all’ora del sermone; il predicatore aveva fatto dell’ostentazione nel vestire il tema della sua predica e inveiva con veemenza contro prelati e dignitari ecclesiastici che, invece di dare un esempio di umiltà, indossavano splendide vesti. Una volta che furono soli, san Francesco disse: «Reverendo padre, il suo discorso è stato edificante. Può anche essere vero che noi che siamo in autorità nella Chiesa siamo colpevoli di peccati da cui sono esentati i detenuti del chiostro.
Tuttavia, ritengo altamente poco saggio dire cose come hai detto su questo argomento dal pulpito alla gente comune. Desidero inoltre richiamare la vostra attenzione che per molte ragioni è necessario che i principi della Chiesa mantengano un aspetto consono al loro rango. Inoltre, non si sa mai cosa possa nascondersi sotto una veste di seta.
San Francesco si sbottonò la parte superiore della veste purpurea, e fece vedere al monaco che portava un cilicio stracciato vicino alla pelle.
«Questo vi mostro», aggiunse san Francesco, «perché impari che l’umiltà è del tutto compatibile con la ricca veste del proprio ufficio. D’ora innanzi, fa’ in modo di essere meno severo nei tuoi giudizi e più prudente nel tuo parlare».
Se i dignitari della Chiesa fossero vestiti miseramente, perderebbero il rispetto dovuto a se stessi e al loro ufficio. Pertanto è loro non solo lecito, ma obbligatorio vestirsi secondo il rango ufficiale che ricoprono.
Da p. Aneddoti ed esempi di Francis Spirago che illustrano il catechismo cattolico (New York: Benziger Brothers, 1904), 187-188.
Leggi anche:
Umiltà, magnanimità e magnificenza
Equilibrio e armonia tra ricchezza e povertà
Dignitoso orgoglio è il complemento armonioso dell’umiltà
San Francesco propugnava un culto cattolico povero senza fasto?
p. Francesco Spirago 26 marzo 2013