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10Il Papa mette in guardia: “Bisogna diffidare della propaganda socialista”

Il Papa mette in guardia: “Bisogna diffidare della propaganda socialista”
Il Papa mette in guardia: “Bisogna diffidare della propaganda socialista”

Il Papa era Benedetto XV (1914-1922). Ha messo in guardia i fedeli contro i mali del socialismo in un documento pubblicato esattamente cento anni fa questo mese l’11 marzo 1920.

Il titolo dice tutto: “Epistle Soliti Nos : On the Need to Beware of Socialist Propaganda”. Sebbene vecchio di un secolo, il monito di papa Benedetto rimane perfettamente attuale. Ci sembra opportuno presentarne qui una sintesi.

Prima però vanno raccontati i fatti che hanno dato origine a questo monito pontificio.

Mezzo di cultura ideale per la propaganda socialista e comunista

Il pontificato di Benedetto XV (1914-1922) si svolse in uno dei periodi più travagliati della storia. C’è stata la prima guerra mondiale, che il Papa ha definito “il suicidio dell’Europa civilizzata”, con tutti i suoi orrori di morte e distruzione. Il conflitto fu seguito da un sinistro corteo di rivoluzioni (in particolare la Rivoluzione bolscevica). L'”influenza spagnola”, una delle epidemie più mortali della storia umana, colpì in questo momento.

Il “caos e il drammatico cambiamento sorto dalle ceneri dell’Europa devastata: la caduta degli imperi, la creazione di nuovi stati, la conquista della Russia da parte del comunismo” – ha creato un mezzo culturale ideale per la germinazione della propaganda socialista e comunista: disordini politici e sociali, crisi economica, disoccupazione, miseria e fame.

La crisi nella diocesi di Bergamo

Dopo la guerra, la Chiesa ha cercato di attenuare l’impatto del conflitto assistendo gli ex prigionieri di guerra, curando i soldati feriti e consegnando cibo alle popolazioni bisognose. La Chiesa ha anche istituito centri per accogliere e guidare le centinaia di migliaia di soldati smobilitati e aiutare le loro famiglie.

Così il Vescovo Luigi Maria Marelli di Bergamo ha collaborato con il Consiglio Diocesano e ha creato un Ufficio Speciale del Lavoro per far fronte a queste esigenze.

Tuttavia, alcuni responsabili dell’Ufficio persero di vista il carattere soprannaturale della loro missione e si limitarono ad aiutare materialmente i lavoratori. Peggio ancora, si lasciarono influenzare dalla retorica socialista e dalla demagogia rivoluzionaria e iniziarono a promuovere la lotta di classe.

Papa Benedetto XV
Papa Benedetto XV

Papa Benedetto XV ha avuto le sue esperienze con i socialisti quando è stato arcivescovo di Bologna per quasi sette anni. La città era stata un punto focale di agitazione nella penisola. Sulla base della sua esperienza, si è sentito in dovere di intervenire con forza per stroncare il male sul nascere e impedirne la diffusione.

Lettera al Vescovo di Bergamo

Così, l’11 marzo 1920, il Papa scriveva al Vescovo di Bergamo:

“Abituati a considerare con particolare piacere i nostri cittadini bergamaschi perché si distinguono per la loro vita cristiana in modo esemplare, è stato con vero allarme che siamo venuti a conoscenza di alcune voci negative relative a episodi di disordini popolari che si sarebbero verificati lì”.

Questa agitazione, continua Benedetto XV, non è spontanea ma opera del “nemico”, che cerca il momento propizio per “approfittare della crisi di questi tempi infausti per seminare zizzania in un terreno così fecondo”.

Dato che il seme cattivo, una volta attecchito, può eventualmente soffocare il grano buono, «ci sembra nostro stretto dovere… impegnarci con tutte le nostre forze per impedirne lo sviluppo».

Desiderando che le misure prese dal vescovo siano obbedite con serietà, il Papa assicura al vescovo che “la nostra autorità sostiene la tua”.

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Dopo aver approvato con calore la creazione dell’Ufficio per l’assistenza ai lavoratori disoccupati di ritorno dalla guerra, il Pontefice avverte:

“Questo [Ufficio] è un’istituzione eccellente e utilissima se funziona secondo i dettami della religione. In caso contrario, purtroppo, conosciamo i molti disordini che può portare alla società”.

Lui continua:

“Pertanto, i direttori di questo Ufficio, che lavorano così strettamente per il bene comune, devono sempre tenere presenti e osservare scrupolosamente i principi della scienza sociale impartiti dalla Santa Sede nella memorabile Enciclica Rerum Novarum e in altri documenti  .

Papa Benedetto XV li esorta a ricordare i seguenti punti fondamentali:

  • Nessuno riceve il dono di essere veramente felice in questa breve vita mortale perché la felicità vera, perfetta ed eterna ci aspetta solo in cielo come ricompensa per chi ha vissuto bene.
  • Pertanto, tutte le nostre azioni devono mirare a questo obiettivo.
  • Invece di essere così zelanti nei confronti dei nostri diritti, dobbiamo anche considerare di adempiere ai nostri doveri.
  • Mentre possiamo migliorare le nostre condizioni di vita in questa vita mortale e ottenere un maggiore benessere, nulla è più vantaggioso per il bene comune dell’armonia e della concordia tra tutte le classi sociali, ottenute con la carità cristiana.

Coloro che oppongono i poveri ai ricchi danneggiano gli interessi dei lavoratori

Benedetto avverte i direttori dell’Ufficio di evitare un linguaggio astioso come quello usato dai “nostri avversari”, i socialisti, che mettono i poveri contro i ricchi. Così facendo, danneggiano, non aiutano, gli interessi dei lavoratori.

“Vedi, dunque, quanto è dannoso per gli interessi dei lavoratori quando coloro che si sforzano di migliorare le condizioni dei lavoratori sono disposti ad aiutarli solo per ottenere beni di passaggio. Così, non solo trascurano di moderare le loro aspirazioni facendo appello ai doveri cristiani, ma li incitano sempre più contro i ricchi con il linguaggio aspro che i nostri avversari usano normalmente per incitare le folle alla rivoluzione sociale”.

Evita il linguaggio intemperante proprio dei socialisti

Il Papa insiste affinché i cattolici evitino l’intemperanza del gergo socialista:

“Per scongiurare un così grave pericolo, Venerabile Fratello, bada di indicare, come già fai, che coloro che si dedicano alla difesa della causa operaia evitino accuratamente di usare il linguaggio intemperante dei ‘socialisti’, e sviluppino pienamente attività e promozioni impregnato di spirito cristiano. In caso contrario, possono fare molto male e certamente non trarne alcun vantaggio.

Quindi ordina che siano prese misure contro i recalcitranti:

“Speriamo che tutti saranno obbedienti, e se qualcuno si rifiuta di obbedire, lo rimuoverai dall’incarico senza ulteriori indugi “.

Il dovere dei sacerdoti di combattere questi nemici della fede e della società cattolica

Benedetto XV afferma categoricamente che i sacerdoti, e soprattutto i parroci, non possono stare a guardare di fronte alla propaganda socialista.

Al contrario, dice,

“È quindi dovere dei sacerdoti , e soprattutto dei parroci, opporsi con forza a questi pericolosissimi nemici della fede e della società cattolica, unendosi per combatterli da vicino sotto la tua guida, Venerabile Fratello”.

Quindi risponde all’obiezione che i sacerdoti non dovrebbero occuparsi di questioni temporali come il socialismo:

“Nessuno dovrebbe credere che questa posizione [contro il socialismo ] sia qualcosa di estraneo al sacro ministero perché è una questione economica. Anzi, proprio per questo pone un rischio imminente per la salvezza eterna delle anime».

I sacerdoti devono proteggere i fedeli dalle insidie ​​dei socialisti

Infine, Benedetto XV ordina ai sacerdoti di allertare i fedeli sulle insidie ​​della propaganda socialista:

“Cerchino dunque di insegnare accuratamente ai loro fedeli le norme della vita cristiana, mettendoli in guardia contro le insidie ​​dei ‘socialisti’. Promuovendo il loro miglioramento economico, ricordino sempre ai fedeli ciò che la Chiesa raccomanda: “Cerchiamo di passare attraverso i beni temporali per non perdere quelli eterni”. 

San Giuseppe, Patrono della Chiesa Universale
San Giuseppe, celeste Protettore contro il contagio del socialismo

San Giuseppe, protettore celeste contro il socialismo

Papa Benedetto XV integra queste norme in un documento successivo, in cui condanna ulteriormente ” il socialismo, il più acerrimo nemico dei principi cristiani”. Dona ai fedeli un Patrono nella lotta contro il socialismo e il comunismo: San Giuseppe .

Il 25 luglio 1920, cinquantesimo anniversario della proclamazione di San Giuseppe a Patrono della Chiesa universale, pubblicò il Motu Proprio Bonum Sane .

Legge eterna e naturale: il fondamento della morale e della legge

In questo nuovo documento, il Papa fa riferimento alla sua lettera al Vescovo di Bergamo. Dopo aver descritto i progressi dell’immoralità e della propaganda socialista, propone San Giuseppe come celeste Protettore contro il contagio del socialismo:

“Così, constatiamo con vero dolore che i costumi pubblici sono ora molto più depravati e corrotti di prima, e che, quindi, la cosiddetta ‘questione sociale’ si è inasprita fino a generare una minaccia di irreparabili rovine. Infatti, nei desideri e nelle attese dei più sediziosi, è maturato l’avvento di una certa repubblica universale … che si fonda sull’assoluta uguaglianza degli uomini e sulla comunione dei beni , e nella quale non vi è più alcuna distinzione di nazionalità , non riconosce l’ autorità del padre sui figli , né del potere pubblico sui cittadini , né di Dio sugli uominiriuniti in consorzio civile….

“Noi, dunque, preoccupatissimi per l’andamento di questi avvenimenti, quando se ne è presentata l’occasione, non abbiamo mancato di ricordare ai figli della Chiesa il loro dovere, come abbiamo fatto in una recente lettera al Vescovo di Bergamo e ai Vescovi di la Regione Veneto. Ed ora per lo stesso motivo, cioè per ricordare agli uomini … che si guadagnano il pane col lavoro, per tenerli immuni dal contagio del socialismo, il più acerrimo nemico dei principi cristiani , Noi con grande sollecitudine proponiamo loro in in modo speciale San Giuseppe, perché lo seguano come loro speciale guida e lo onorino come loro celeste Patrono”.

Invocare San Giuseppe nella lotta contro il comunismo e il socialismo

Il mese di marzo è tradizionalmente dedicato a San Giuseppe, sposo della Vergine Maria. È un padre modello, marito, protettore della famiglia e dei lavoratori e Patrono della Chiesa.

Il socialismo è uno dei più grandi nemici della famiglia , dei lavoratori e della Chiesa : è «il più acerrimo nemico dei principi cristiani».

Pertanto, nulla sembra più appropriato che invocare San Giuseppe durante il mese di marzo come Patrono nella lotta contro il comunismo e il socialismo.

Tutti dovrebbero pregarlo, soprattutto per chiedere che i cattolici di oggi stiano «in guardia contro le insidie ​​dei socialisti».

Pio XI: “Poniamo la lotta contro il comunismo sotto lo stendardo di san Giuseppe”

Nella sua enciclica Divini Redemptoris del 1937, Papa Pio XI, successore di Benedetto XV, pose sotto la protezione di San Giuseppe l’azione della Chiesa contro il comunismo, la forma più radicale del socialismo :

“Per affrettare l’avvento di quella ‘pace di Cristo nel regno di Cristo’ così ardentemente desiderata da tutti, poniamo la vasta campagna della Chiesa contro il comunismo mondiale sotto lo stendardo di San Giuseppe, suo potente Protettore. Appartiene alla classe operaia, e ha portato i pesi della povertà per sé e per la Sacra Famiglia, di cui era il capo tenero e vigile. A lui fu affidato il Divino Fanciullo quando Erode scagliò contro di Lui i suoi assassini. In una vita di fedele svolgimento dei doveri quotidiani, ha lasciato un esempio per tutti coloro che devono guadagnarsi il pane con la fatica delle mani. Si guadagnò il titolo di ‘Il Giusto’, servendo così come modello vivente di quella giustizia cristiana che dovrebbe regnare nella vita sociale”.

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Gustavo Solimeo 18 marzo 2020

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