
Quarantaquattro anni fa, il pensatore cattolico brasiliano Plinio Corrêa de Oliveira prese pubblicamente posizione contro la politica di distensione della Santa Sede con i governi comunisti dell’epoca. Ha pubblicato una dichiarazione intitolata: “ La politica vaticana di distensione con i governi comunisti – Le TFP dovrebbero ritirarsi? O dovrebbero resistere? “
Questa dichiarazione pubblica è stata rilasciata durante il culmine della Guerra Fredda. Alzare una rispettosa voce di resistenza all’autorità ecclesiastica ha mostrato notevole coraggio e abilità.
Nessuno ha mai contestato né la legittimità né il diritto dei fedeli cattolici a resistere a tali politiche. Infatti, il comunicato rileva che “La Chiesa non è, la Chiesa non è mai stata, la Chiesa non sarà mai una tale prigione per le coscienze. Il vincolo di obbedienza al successore di Pietro, che non spezzeremo mai, che amiamo nel più profondo della nostra anima, e al quale tributiamo il nostro più alto amore, questo vincolo che baciamo nel momento stesso in cui, sopraffatti dal dolore, affermiamo la nostra posizione”.
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Il comunicato prosegue proclamando: “E in ginocchio, guardando con venerazione la figura di Sua Santità Paolo VI, gli esprimiamo tutta la nostra fedeltà. In questo atto filiale diciamo al Pastore dei Pastori: la nostra anima è tua, la nostra vita è tua. Ordinaci di fare ciò che desideri. Solo non ordinarci di non fare nulla di fronte all’assalto del lupo rosso. A questo la nostra coscienza si oppone”.
Come discepoli del leader cattolico brasiliano, i membri della Società americana per la difesa della tradizione, della famiglia e della proprietà hanno preso a modello il suo atteggiamento filiale, sincero e leale. Hanno applicato questi stessi principi alla vasta gamma di dichiarazioni ed eventi che hanno plasmato questi cinque anni di pontificato di Papa Francesco, alcuni dei quali hanno una portata ancora più ampia delle politiche vaticane che hanno provocato la dichiarazione originale.
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Così, la TFP americana si è unita nel sostenere un lavoro che analizzi e discerna i limiti inerenti a pronunciamenti non coperti dalla formula “ex cathedra” o che semplicemente non riguardano direttamente la Missione che Gesù ha affidato ai suoi apostoli.
Già la citata dichiarazione del 1974 evidenziava che l’assistenza assicurata dallo Spirito Santo affinché il Papa parli con il privilegio dell’infallibilità ha limiti ben stabiliti definiti dal Concilio Vaticano I. Al di là di questi limiti, «in determinate questioni o circostanze, la debolezza a cui sono soggetti tutti gli uomini può influenzare e persino determinare l’operato [di un Papa]».
Sulla base di questa decisiva premessa, la TFP americana ha accolto con favore la pubblicazione di un libro del membro francese della TFP José Antonio Ureta dal titolo “Il cambio di paradigma” di Papa Francesco: continuità o rottura nella missione della Chiesa? Una valutazione dei primi cinque anni del suo pontificato.
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Basata su un’abbondante documentazione, l’opera conferma con parole dello stesso Pontefice come concetti come “cambio di paradigma” e “rivoluzione culturale” vengano utilizzati per definire le profonde innovazioni che ora si stanno introducendo. Sulla scia di tali espressioni, alcuni teologi e pastori sono giunti a sostenere la necessità di ripensare radicalmente la Chiesa nella sua struttura, dottrina, prassi pastorale e modo di rapportarsi al mondo contemporaneo.
Questo nuovo cambiamento ha turbato le coscienze di un numero crescente di cattolici che vedono il “cambio di paradigma” come una rottura con gli insegnamenti e la disciplina immutati della Chiesa. Questa preoccupazione li porta a chiedersi: è legittimo che i fedeli in determinate circostanze resistano all’autorità ecclesiastica, anche a quella del Sommo Pontefice? È possibile che oggi ci troviamo in una situazione analoga a quando San Paolo resistette al primo Papa ( Gal. 2,11 )? Questa visione panoramica del pontificato quinquennale di Francesco offre ai lettori risposte chiare e documentate a queste domande. Analizza i problemi dottrinali coinvolti e la giusta risposta dei fedeli.

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Sia l’autore cileno che la TFP americana hanno scelto di formulare quelle risposte in armoniosa continuità con le parole di Plinio Corrêa de Oliveira nel 1974: “Che cosa dobbiamo fare allora? … Padri della Chiesa, Dottori, moralisti e canonisti – molti dei quali elevati all’onore degli altari – hanno affermato la legittimità della resistenza. Questo genere di resistenza non è separazione, non è rivolta, non è acrimonia, non è irriverenza. Al contrario, è fedeltà, è unione, è amore, è sottomissione… Di conseguenza, nel senso in cui san Paolo ha resistito, il nostro è uno stato di resistenza».
Il libro è stato pubblicato in italiano e portoghese. La TFP americana pubblicherà presto un’edizione in inglese.
TFP americana 17 luglio 2018
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